Il film con Russell Crowe tocca eventi reali come l'Inquisizione spagnola ed è ispirato alla figura di padre Gabriele Amorth un prete cattolico italiano esorcista
Il fascino per le storie di possessione ed esorcismo non sembra mai svanire al cinema anche se la struttura generale tende a rimanere identica. Aggiungiamoci una star come Russell Crowe e un po' di budget, qualche effettaccio e alla fine otteniamo un discreto horror come L'esorcista del papa.
Dopo aver diretto Sylvester Stallone in Samaritan (disponibile su Prime Video) il regista Julius Avery è tornato con un altro film e un un altro personaggio principale eroico che guida la storia.
Russell Crowe con abito nero, barba bianca con indosso il cappello di un esorcista veterano, cerca di bilanciare fede e scienza riuscendo a prevalere anche nelle situazioni più strazianti.
Se gli eventi rappresentati nel film possono sembrare esagerati, mettendo in discussione la realtà, il padre Gabriele Amorth di Crowe è relativamente ispirato alla figura della vita reale di un prete cattolico italiano esorcista con lo stesso nome, il quale ha affermato di aver condotto più di 50.000 esorcismi.
Basato sulle memorie di padre Amorth, "Un esorcista racconta" e "Nuovi racconti di un esorcista" il film offre una coinvolgente miscela di eventi, in parte reali, in parte immaginari, per presentare un film dell'orrore intriso di modernità e storia.
Si passa dall'Inquisizione spagnola alla scomparsa di una giovane all'interno del Vaticano (forse un riferimento a Emanuela Orlandi, di cui nella realtà padre Aworth affermò essere stato " un delitto a sfondo sessuale") . E un buon film dell'orrore deve avere parti uguali di verità e creatività fantasiose mescolate in esso.
Un prologo scherzoso introduce Amorth, con abiti neri, a cavallo di uno scooter, siamo in Italia, mentre si occupa di un giovane presumibilmente tormentato in un paesino italiano. Il ragazzo mostra "tutti i classici segni di possessione", viene detto ad Amorth ma il prelato stabilisce che il ragazzo non è posseduto è solo psicologicamente tormentato infatti la maggior parte dei suoi casi si rivelano tali, spiega a uno scettico tribunale vaticano desideroso di annullare la sua posizione.
Ma il vero male demoniaco arriva di tanto in tanto, in un'abbazia castigliana abbandonata ereditata dall'americana Julia (Alex Essoe) recentemente rimasta vedova che vive con suoi due figli, la cupa Amy (Laurel Marsden) e il sensibile Henry (Peter DeSouza-Feighoney), che sarà preda del Male.
Le cose incominciano a peggiorare e il prete spagnolo locale Esquibel (Daniel Zovatto) non riesce a porre rimedio, il Papa stesso (un Franco Nero con sontuosi abiti bianchi) manda Amorth in soccorso.
Ci saranno molti incantesimi irritanti per il maligno, crocifissi che si spostano e demoni che lanciano corpi umani malconci attraverso le stanze come fossero bambole di pezza, poi incursioni in cripte e scheletri in stile Codice da Vinci.
Il problema in questo sottogenere horror è che le armi cattoliche a volte non funzionano finché all'improvviso hanno una ragione.
L'esorcista del papa con qualche dubbio storico finisce per incolpare in modo fantasioso la possessione satanica per i peccati acquisiti dall'Inquisizione spagnola nel XV secolo, prima che Amorth trovi il suo vigore e il film entri nel suo finale, con un esilarante resa dei conti tra il bene e il male.
Nel film il demone Asmodeo, che possiede il corpo del giovane Henry, si nutre dei peccati di coloro che gli si oppongono. Ciò si traduce in una battaglia emotivamente difficile per Amorth che ha commesso la sua giusta dose di peccati, incluso l'essere parzialmente colpevole della morte di una giovane ragazza, Rosaria.
In una delle scene del film, padre Amorth, mentre confessa al suo apprendista Padre Esquibel (interpretato da Daniel Zovatto), spiega che Rosaria soffriva di una malattia mentale. Nelle poche righe che seguono, Amorth accenna anche alle voci secondo cui Rosaria sarebbe stata abusata sessualmente all'interno delle mura del Vaticano.
Il film esercita una spaventosa attrazione da genere di serie B, ma non funzionerà per tutti, a meno che non sei il tipo di spettatore che si mette sulla sua lunghezza d'onda.
Padre Gabriele Amorth e la storia vera
Nato a Modena il 1° maggio 1925, padre Gabriel Amorth è stato ordinato sacerdote cattolico romano nel 1954. Nel 1986 è stato nominato esorcista sotto la tutela del capo esorcista Candido Amantini, lui stesso maestro esorcista.
Insieme all'esorcista francese padre Rene Chenessau, padre Amorth ha anche fondato l' Associazione Internazionale degli Esorcisti riconosciuta dal Vaticano, con sede a Roma. Nel 2014 è stata riconosciuta dalla Chiesa come Associazione Privata di Fedeli.
Tra gli esorcisti, padre Gabriele Amorth è una figura fondamentale, affermando di aver condotto più di 50.000 esorcismi, molti dei quali seguiti sugli stessi individui, poiché un individuo può essere oggetto di più possedimenti, proprio come il personaggio di Henry (Peter DeSouza-Feighoney) nel film.
All'inizio del film, è stabilito che non tutti i possedimenti sono reali e la maggior parte sono di natura psicologica, come evidenziato dalla scena iniziale in cui padre Amorth inganna una vittima di possessione facendogli credere che il demone dentro di lui sia stato ucciso dopo averlo indotto a entrare dentro il corpo di un maiale.
In una scena successiva, l'Amorth di Crowe stabilisce che la maggior parte delle vittime di possessione che gestisce non sono in realtà vittime di possesso ma hanno bisogno solo di uno psicologo.
La fama di padre Amorth superò quella degli altri in modo tale che William Friedkin, il regista de L'esorcista, nel 2017 girò un documentario che mostrava padre Amorth mentre eseguiva un esorcismo su una donna italiana di 46 anni di nome Cristina.
Nel corso degli anni, Padre Amorth ha pubblicato molti libri, mettendo su carta le sue vicende mentre viaggiava attraverso il mondo contrastando l'opera del diavolo; passerà tutta la sua vita a sconfiggere il male fino alla sua morte avvenuta nel 2016.
La sua vita è stata raccontata nella biografia "Don Amorth continua" di Domenico Agasso.
Critiche al film
L'Associazione Internazionale Esorcisti è stata molto critica su questo film e in un comunicato stampa scrive: "rileviamo, anzitutto, che il noto attore di Hollywood non ricorda affatto nell’aspetto, ma soprattutto nei modi, il profilo umano e sacerdotale di Don Amorth, dalle cui memorie (Un esorcista racconta e Nuovi racconti di un esorcista) – precisa la produzione – è liberamente tratto il film. Fin troppo liberamente, ci verrebbe da osservare (...) L’esorcismo così rappresentato diventa uno spettacolo finalizzato a suscitare forti e malsane emozioni, grazie ad una scenografia cupa, con effetti sonori tali da suscitare soltanto ansia, inquietudine e paura nello spettatore.
Il risultato finale è di infondere la convinzione che l’esorcismo sia un fenomeno abnorme, mostruoso e pauroso, il cui unico protagonista è il demonio, le cui reazioni violente si possono fronteggiare con grande difficoltà; il che è l’esatto contrario di ciò che si verifica nel contesto dell’esorcismo celebrato nella Chiesa Cattolica in obbedienza alle direttive da essa impartite."
Insomma un film è finzione ma la realtà è un altra cosa.
Su Russell Crowe vedi IL GIORNO SBAGLIATO (2020)
Sullo stesso tema vedi anche
L'esorcista del papa
Titolo originale: The Pope's Exorcist
USA 2023
Regia: Julius Avery
Cast: Ralph Ineson, Franco Nero, Russell Crowe, Daniel Zovatto, Alex Essoe, Paloma Bloyd, Laurel Marsden, Cornell John, Derek Carroll, River Hawkins, Peter DeSouza-Feighoney, Pablo Raybould, Tom Bonington, Victor Solé, Ryan O'Grady, Alessandro Gruttadauria, Edward Harper-Jones
Durata: 01:43
distribuzione: Sony/Warner Bros
al cinema dal 13 aprile