Film ispirato alla vera storia familiare del
regista che racconta la fine di un amore e di un matrimonio con poesia finale
Grace (Annette Bening) ed Edward (Bill Nighy) sono sposati da 29 anni. Hanno
invitato il loro figlio londinese Jamie (Josh O'Connor) a visitarli nella loro
casa sulla costa del Sussex, dove le pittoresche scogliere di Hope Gap si
affacciano sul mare aperto. La comunicazione tra la coppia non è al massimo,
tuttavia, con Grace assillante e Edward con la sua mancanza di entusiasmo egli
da tempo si è sentito inadeguato nel suo matrimonio nascondendo segreti.
Edward sta lasciando Grace per un'altra donna, una decisione sofferta che
porterà a continui disordini per tutte le persone coinvolte.
Lo sceneggiatore del Gladiatore William Nicholson porta sullo schermo
una vicenda drammatica, un dramma relazionale ispirato alla sua vicenda
personale che vide coinvolti i suoi genitori i quali si separarono dopo 33 anni.
Le cose che non ti ho detto (in originale Hope Gap dal nome delle scogliere dove
è gran parte ambientato il film vicino a Seaford nel Sussex) appare lento e opprimente, una classica commedia sentimentale, anche se molto più
sfumato e maturo del tipico dramma relazionale, la storia di un matrimonio
che finisce quasi completamente all'improvviso dopo che la coppia era stata
insieme per 29 anni.
Solo che questa rottura non era inaspettata; c'erano stati piccoli
segnali ogni giorno per decenni, fino a quando, alla fine, arriverà la
rivelazione del marito, portando suo figlio (Josh O'Connor) ad aiutare Grace
per far fronte alla separazione.
Una situazione difficile che il regista espone nel modo più sensibile da entrambe le parti. Nel processo di
separazione c'è il dolore dei personaggi e anche la loro capacità di
recupero per far sapere agli altri che non saranno soli.
Il tutto narrato in una splendida cornice della pittoresca cittadina inglese
con le sue imponenti scogliere bianche. Qui Grace ed Edward, vivono una vita
apparentemente tranquilla nella loro accogliente casa colma di
libri. Edward è un insegnante di storia, Grace è appassionata di poesia.
Ognuno di loro ha le proprie scrivanie nella zona del soggiorno: una ordinata,
l'altra un disastro e sono rivolte l'uno verso l'altro, in modo che le loro
spalle siano costantemente girate, costringendoli a godere di viste
completamente diverse dalle finestre sul panorama intorno a loro.
Edward con tranquillità segue i movimenti di routine per preparare a Grace il suo tè
pomeridiano, ascoltandola educatamente mentre si lamenta di qualche cosa.
Un giorno gli chiede "Perché bevi solo metà del tuo tè". “Suppongo sia perché non mi piace che le cose finiscano ”
risponderà lei come per anticipare il resto della storia.
Prima di annunciare la rottura Edward fa venire il figlio che dovrebbe avere
un effetto consolatorio verso la madre. La conversazione costantemente tesa è
il momento clou del film, con Edward che darà la notizia mentre si trova al
tavolo della cucina insieme a tè e toast.
Grace appare incredula, ignara di tutto, non accetta la decisione di Edward e
cade in una depressione profonda. Sarà il figlio Jamie attraverso la sua
vicinanza a risvegliare in lei l’attitudine alla felicità e a una nuova
possibilità di vita. Non si perderà d'animo, anzi diventerà più amara e
pungente, usando la sua ironia come un'arma mentre si preparano le procedure
di divorzio.
In questa storia ci sono persone che hanno vissuto il loro
matrimonio per troppo tempo portandosi dietro vecchi errori e ora ne stanno
pagando le conseguenze.
Non ci sono risposte immediate né percorsi semplici
che portino ad una soluzione. Vediamo un marito, una moglie e il loro figlio
costretti ad affrontare verità dure, e ripartendo da quelle verità, sono
costretti a plasmare nuovamente le loro vite.
Grande interpretazione dei due principali attori, con una Annette Bening in un personaggio risoluto e quasi antipatico, tanto che si prende un cane e gli da il nome del marito, come se in lui si rispecchi una certa padronanza su tutto mentre tutto gli sfugge di mano.
Le cose che non ti ho detto è una storia di dolore e separazione ma anche di
crescita e di consapevolezza. Una storia in cui molti si possono riconoscere,
perché appartiene a molti di noi. Un film come questo è ottimale da guardare
nel salotto di casa con accanto però una scatola di Kleenex.
Le poesie finali
“I have been here before.” (Sono già stato qui). È un verso di una poesia di Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) Sudden Light che viene ripetuto più volte nel film.
Sudden Light, scritto probabilmente nel 1853, venne pubblicato per la prima volta nel 1863, è incentrato sulla consapevolezza che il tempo potrebbe non essere, come di solito lo percepiamo, lineare.
Il momento presente è già accaduto e forse, esaudendo il desiderio più profondo dell'amante, continuerà ad accadere.
Il pensiero di Rossetti è più complesso dell'ideale romantico della continuazione dell'amore mediante l'importazione di anime nell'aldilà, sebbene anche qui l'amore oltre la tomba sia un tema.
Sudden Light
I have been here before,
But when or how I cannot tell:
I know the grass beyond the door,
The sweet keen smell,
The sighing sound, the lights around the shore.
You have been mine before,—
How long ago I may not know:
But just when at that swallow's soar
Your neck turn'd so,
Some veil did fall,—I knew it all of yore.
Has this been thus before?
And shall not thus time's eddying flight
Still with our lives our love restore
In death's despite,
And day and night yield one delight once more?
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Sono già stato qui
quando e come non saprei dire
conosco l'erba oltre la porta
il dolce intenso odore
il suono di un sospiro
le luci lungo la costa
già sei stata mia prima d'ora
quanto tempo fa non saprei dire.
Ma proprio quando al volo di quella rondine
il collo in quel modo girato
un velo è caduto
tutto ho saputo di te
è già stato così prima d'ora?
Il volo vorticoso del tempo
non verrà ancora a colmare
d'amore la nostra vita a dispetto della morte
e giorno e notte non distillerà ancora la delizia ?
L'altro poema finale citato nel film è:
Say not the struggle nought availeth del 1849 di Arthur Hugh Clough (1819-1861)
Say not the struggle nought availeth,
The labour and the wounds are vain,
The enemy faints not, nor faileth,
If hopes were dupes, fears may be liars;
It may be, in yon smoke concealed,
Your comrades chase e’en now the fliers,
And, but for you, possess the field.
For while the tired waves, vainly breaking,
Seem here no painful inch to gain,
Far back, through creeks and inlets making,
Comes silent, flooding in, the main,
And not by eastern windows only,
When daylight comes, comes in the light,
In front, the sun climbs slow, how slowly,
But westward, look, the land is bright.
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Non dire che a nulla vale la lotta
che il travaglio e le ferite sono vane
che non verrà meno il nemico, nè fallirà
che le cose come sono resteranno
perché mentre le onde stanche s'infrangono
senza guadagnare un faticoso palmo
da lungi tra fiumi e ruscelli avanzando giunge tutto allagando il mare
e quando il giorno viene, non dalle sole finestre a levante entra la luce di fronte
sale lento, così lento il sole
ma là a occidente guarda la terra e già s'irradia.
"Le ultime parole di Hope Gap sono pronunciate dal giovane, il ragazzo, che in un certo senso sono io. - dice il regista - sono: lasciami andare. Niente è finito. Il personaggio della madre è solo, incerto su cosa porterà la sua vita. Il personaggio del padre sta diventando, finalmente e in età avanzata, la persona che aveva sempre voluto essere. E il figlio chiede di essere rilasciato, in modo che possa crescere oltre l'infanzia."
"Ho iniziato pensando di poterti salvare, ma alla fine tutto quello che posso fare è onorarti.Mia madre, prima tra le donne, il mio calore e il mio conforto, la mia sicurezza, il mio orgoglio.Sei tu quella che voglio compiacere, tu sei quella che voglio applaudire.Mio padre primo tra gli uomini, mio maestro e mio giudice, l'uomo che so che diventerò.Adesso invecchi, sei ancora davanti a me come lo sarai sempre, per sempre più avanti lungo la strada. Perdonami per aver bisogno che tu sia forte per sempre. Perdonami se temo la tua infelicità.Come tu soffri così io soffrirò. Come tu sopporti io sopporterò. Tienimi per mano e percorri il vecchio cammino un'ultima volta, poi lasciami andare."
Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival nel
settembre 2019 uscito negli USA a marzo 2020 in Italia esce direttamente in
Video on Demand nelle principali piattaforme in streaming a maggio
2020.
Un altro film sentimentale con il giovane attore Josh O'Connor da citare è
Le cose che non ti ho detto
Trailer
LE COSE CHE NON TI HO DETTO
(Hope Gap)
GB 2019
Regia: William Nicholson
cast: Annette Bening, Bill Nighy, Aiysha Hart, Josh O'Connor, Nicholas Burns, Rose Keegan, Sally Rogers, Steven Pacey, Nicholas Blane, Derren Litten.
Durata: 100 min
Distribuzione: Vision Distribution italia