Recensione: Joker
Joaquin Phoenix è il nuovo Joker un uomo in crisi, dalla risata senza controllo che cerca giustizia e la vera malattia di cui soffre
Nelle strade fuligginose di Gotham City, Arthur Fleck cerca un contatto umano. Arthur indossa due maschere. Una se la dipinge per svolgere il suo lavoro come pagliaccio durante il giorno. L'altra non se la può mai togliere: è la maschera che mostra nell’inutile tentativo di sentirsi parte del mondo che lo circonda, che nasconde l'uomo incompreso che la vita sta ripetutamente abbattendo. Ma arriverà il giorno della riscossa in cui il Joker colpirà.
Il regista Todd Phillips (Trafficanti 2016) rinnova la tradizione con una inquietante e sconvolgente discesa nella follia. Joker è un film oscuro; un viaggio cupo con una prestazione, quella di Joaquin Phoenix intensa. Malattia mentale, controllo delle armi, decadimento apatico della società, abisso tra ricchi e poveri; Joker mette in evidenza questioni inquietanti della nostra epoca. Alcuni ne saranno sconvolti altri plauderanno ma Joker si infila in un territorio cinematografico inesplorato lontano dai cinecomics che conosciamo, pur raccontando la genesi di uno dei più terribili avversari di Batman.
La collocazione temporale è circa trent'anni prima della nascita di Batman, in questo film lo vediamo ancora bambino in veloce un incontro con Arthur davanti al cancello della proprietà dei Wayne.
La collocazione temporale è circa trent'anni prima della nascita di Batman, in questo film lo vediamo ancora bambino in veloce un incontro con Arthur davanti al cancello della proprietà dei Wayne.
Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) è un uomo in crisi. Gravemente malato di mente, vive in condizioni di povertà con una madre disperata, Penny (Frances Conroy). Si guadagna da vivere esibendosi come pagliaccio in affitto. Nonostante l'essere messo in ridicolo, Arthur ama il suo lavoro. Gli piace intrattenere e vedere le persone sorridere. Il sogno di Arthur è quello di diventare un vero comico. Ma il suo ostacolo primario è un disordine mentale incontrollabile. Arthur scoppia a ridere quando è stressato o viene affrontato. Viene considerato un mostro. Non ha amici. Anche un assistente sociale ignora i suoi motivi. Il nostro eroe disperato verrà assalito da alcuni teppisti in una città alle prese con il crimine, la disoccupazione e la povertà.
Il suo sogno è quello di partecipare allo show televisivo di Murray Franklin (Robert De Niro). Nella sua fantasia, Arthur dovrebbe affascinare il pubblico e Murray, dicendo loro che si prende cura di sua madre Penny. Lei lavorava per Thomas Wayne, (Brett Cullen) il padre di Bruce il futuro Batman, e gli scrive per cercare di migliorare la loro situazione di vita, ma sarà inascoltata. Il miliardario Thomas Wayne ha in programma di candidarsi come sindaco e ripulire le strade dalla criminalità.
Sophie Dumond (Zazie Beetz) |
Arthur riceverà una pistola dal suo collega dopo aver saputo dell'aggressione. L'unica persona che pensa di amare è la sua vicina, la madre single Sophie Dumond (Zazie Beetz, Deadpool 2). Lei gli parla educatamente, ma lui a volte è goffo con lei. Una serie di conseguenze negative si abbattono su di lui: verrà licenziato e poi gli viene detto dalla sua assistente sociale che la città sta tagliando i fondi e chiudendo la struttura dove lui va a curarsi.
Durante il viaggio verso casa, Arthur vede tre giovani che molestano una donna. Arthur inizia a ridere involontariamente e attira l'attenzione degli uomini, mentre la donna ne approfitta per fuggire. Gli uomini si avvicinano ad Arthur, lo deridono per la sua risata e iniziano a picchiarlo. Arthur però ha la sua pistola con se e incomincia a sparare e uccidere.
Alcuni loderanno il suo gesto altri lo condanneranno, come il miliardario Thomas Wayne. Da quel momento egli diventa un assassino ricercato e continuerà ad uccidere, prima di scoprire l'orribile realtà del suo passato.
La Gotham di Todd Phillips è simile a quella degli anni '70/80 di Taxi Driver o al Re per una notte con protagonista proprio De Niro che appare anche in questo film. Una città dove povertà, droga, criminalità, disperazione e sporcizia dilagano.
Arthur è visto come un'anima disperata in un posto che schiaccia i bisognosi. Le sue grida di aiuto passano inosservate e a nessuno importa. Arthur non è un cattivo e solo malato dopo il trauma cranico da bambino. La sua trasformazione in Joker è il risultato dell'ambiente che lo rifiuta e lo circonda. Il regista e il co-sceneggiatore Scott Silver non vedono altro destino per lui. Per qualcuno raccoglierà critiche, d'altra parte non tutti quelli che scivolano attraverso le fessure della pazzia diventano maniaci omicida. Ma la malattia mentale non trattata porta alla tragedia.
Per il regista è "un ragazzo che è alla ricerca di identità che diventa erroneamente un simbolo. Il suo obiettivo è davvero far ridere e portare gioia al mondo".
Joaquin Phoenix con questa sofferta interpretazione si candida forse per gli Oscar, già il film ha ricevuto il Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Il suo corpo scheletrico (per l'occasione ha perso 24 chili), i capelli unti e il viso scarno sono essenziali per il personaggio di Arthur Fleck. Le risate spasmodiche che si contraggono avanti e indietro per finire in un mare di lacrime, evocano simpatia insieme a un orribile fascino.
Questo Joker appare un prodotto rigorosamente adatto per un pubblico adulto e maturo (è stato vietato ai minori di 14 anni). Egli non è un supereroe, non ha superpoteri come nei fumetti e non c'è la magia degli effetti speciali. Molti lettori dei fumetti probabilmente saranno delusi da questa bruttezza e dalla sanguinosa ferocia, i produttori hanno corso un enorme rischio nel rendere Joker un antieroe oscuro e quasi umano lontano dalle pagine fantastiche e dalle precedenti interpretazioni a cominciare dalla serie tv Batman del 1966.
L'aspetto del Joker nei fumetti venne modellato da un attore truccato nel film L'uomo che ride a sua volta un romanzo di Victor Hugo, dove l'espressione era causata da una cicatrice. Nei fumetti la sua trasformazione avviene per la caduta dentro una tinozza colma di sostanze chimiche e anche per la somiglianza della carta da gioco.
L'aspetto del Joker nei fumetti venne modellato da un attore truccato nel film L'uomo che ride a sua volta un romanzo di Victor Hugo, dove l'espressione era causata da una cicatrice. Nei fumetti la sua trasformazione avviene per la caduta dentro una tinozza colma di sostanze chimiche e anche per la somiglianza della carta da gioco.
Il film divide critica e spettatori: c'è chi lo adora «semplicemente meraviglioso» (Rolling Stone) chi lo considera «provocatorio, sovversivo e nichilista» (Total Film) i negativi «spazzatura nociva» (RogerEbert.com) «Rovescerà il mondo e ci renderà tutti isterici. Nel bene e nel male, è esattamente il film che il Joker vorrebbe» (IndieWire). Intanto in Italia risulta tra i primi dieci film più visti del 2019, superando Spider-Man Far From Home.
Al Toronto International Film Festival di recente, il regista ha anche insistito sul fatto che questo Joker di Phoenix e l'imminente Batman interpretato da Robert Pattinson non si scontreranno.
«Non vedo [Joker] connettersi a nulla in futuro», ha detto Phillips. «Questo è solo un film a se stante».
La vera condizione medica della risata del Joker
Nella realtà la risata incontrollabile del Joker è una condizione medica reale. Vediamo un uomo oppresso che scoppia in risate incontrollabili nei momenti più inappropriati. Mentre il film procede, il pubblico apprende che le sue manifestazioni sono il sintomo di una lesione cerebrale.
E mentre la sceneggiatura non nomina mai il disturbo di Joker, questo in realtà si basa su una condizione medica reale chiamata Sindrome pseudobulbare (PBA). La PBA è caratterizzata da frequenti, involontari attacchi di pianto, risate o altre manifestazioni emotive, esagerate o disconnesse dallo stato emotivo reale dell'individuo.
È più comunemente causata da lesioni cerebrali o disturbi neurologici che influenzano il modo in cui il cervello elabora le emozioni. Le risate possono spesso trasformarsi in lacrime e, poiché il pianto incontrollabile è un sintomo così comune in questa sindrome, viene spesso scambiato per depressione, che in realtà è anche molto comune per chi soffre di questa condizione.
E mentre la sceneggiatura non nomina mai il disturbo di Joker, questo in realtà si basa su una condizione medica reale chiamata Sindrome pseudobulbare (PBA). La PBA è caratterizzata da frequenti, involontari attacchi di pianto, risate o altre manifestazioni emotive, esagerate o disconnesse dallo stato emotivo reale dell'individuo.
È più comunemente causata da lesioni cerebrali o disturbi neurologici che influenzano il modo in cui il cervello elabora le emozioni. Le risate possono spesso trasformarsi in lacrime e, poiché il pianto incontrollabile è un sintomo così comune in questa sindrome, viene spesso scambiato per depressione, che in realtà è anche molto comune per chi soffre di questa condizione.
La rappresentazione di Phoenix di un personaggio che combatte la malattia mentale e la sua frustrazione nella negazione di un trattamento di cui ha bisogno, è stata elogiata da alcuni. Ciò che avrebbe potuto rendere Joker un buon film sarebbe stata una maggiore attenzione ai problemi di salute mentale che la trama esplora solo brevemente.
Candidato a 11 Premi Oscar 2020
Vincitore di 2 Golden Globe 2020
Vincitore di 2 premi Oscar 2020, tra cui Phoenix miglior attore
JOKER- trailer italiano
JOKER
USA 2019
Regia: Todd Phillips
Attori: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Bill Camp, Zazie Beetz, Brett Cullen, Frances Conroy, Glenn Fleshler, Marc Maron, Douglas Hodge, Josh Pais, Shea Whigham.
Durata:122 min
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Uscita al cinema: 03 ottobre 2019
🔴 Vietato ai minori di 14 anni
Giudizio
⭐⭐⭐
⭐⭐⭐