Civiltà perduta è un film tratto da una storia vera, sull’ossessione di un esploratore alla ricerca di un antica civiltà nella giungla amazzonica
Nel 1925 il leggendario esploratore britannico Percy Fawcett si avventura in Amazzonia alla
ricerca di un antica civiltà con l'intenzione di fare una
delle scoperte più importanti della storia. Dopo aver catturato l'attenzione di milioni di
persone in tutto il mondo, Fawcett s'imbarca in questa avventura insieme al figlio maggiore, determinato a provare che
questa antica civiltà, da lui rinominata Z, esiste davvero. Ma Fawcett e la sua spedizione scompariranno nella giungla amazzonica e non verranno mai più ritrovati.
Civiltà perduta (The Lost City of Z) - diretto da James Gray - si muove fra l'ossessione di un esploratore che vuole in tutti i modi trovare il famoso El Dorado, il quale secondo lui appartiene ad un altra civiltà scomparsa.
Si è speculato molto sulla sua sparizione, secondo il libro di David Grann da cui è tratto questo film, il giornalista nel 2005 visitò di persona i luoghi della sparizione.
Parlando con la tribù dei Kalapalo scoprì che si erano tramandati una leggenda orale riguardante Fawcett, uno dei primi bianchi che aveva messo piede nella zona. Egli avvisarono l'esploratore di non proseguire oltre, perché sarebbero stati uccisi da altri indigeni ma Fawcett insistette nel continuare.
I Kalapalo affermarono di vedere per cinque giorni il fumo dei fuochi da campo della spedizione, finché un giorno non ebbero più notizie, poi pensarono che gli stranieri fossero stati sterminati e non vennero mai più ritrovati.
Nei seguenti sette decenni, decine di esploratori tentarono di ripercorrere le gesta dell’esploratore con esiti negativi. Alcuni erano quasi morti di fame, mentre altri si ritirarono di fronte alle tribù che li attaccavano con frecce avvelenate.
La trama del film
Fawcett inviato dalla Royal Geographical Society per mappare i territori inesplorati in Brasile, Perù e Bolivia era stato acclamato come uno degli ultimi dei grandi archeologi dilettanti e cartografi che si avventuravano in territori ostili con poco più di un machete, una bussola e un obiettivo quasi divino.
L'esploratore visse nella giungla per anni, senza contatto con il mondo esterno, spesso il suo cibo per giorni era composto da una manciata di noci; si trovò di fronte a tribù ostili, molti dei quali non avevano mai visto un uomo bianco prima; egli ne uscì con mappe delle regioni da cui nessuna spedizione era tornata.
Era un eroe decorato della prima guerra mondiale. Il figlio più giovane, Brian, disse di lui: "È vero, era un sognatore ma i suoi sogni erano costruiti sulla ragione, e lui non era un uomo che si sottraeva all'idea che la teoria non fosse realtà".
Le ambizioni dell'esploratore avevano una priorità a partire dalla sua famiglia: suo padre era un alcolizzato e un giocatore d'azzardo e la disgrazia di questa pesante eredità gli impedì il suo ingresso nelle alte sfere della società militare britannica. Con questo compito di mappatura cercherà di riavere il suo status nella società.
Le ambizioni dell'esploratore avevano una priorità a partire dalla sua famiglia: suo padre era un alcolizzato e un giocatore d'azzardo e la disgrazia di questa pesante eredità gli impedì il suo ingresso nelle alte sfere della società militare britannica. Con questo compito di mappatura cercherà di riavere il suo status nella società.
Viaggiare in Amazzonia può essere rischioso specie su una sorta di zattera insieme al suo aiutante di campo, Henry Costin (un Robert Pattinson, divertente e irriconoscibile con barba e occhiali), insieme ad un vario equipaggio di assistenti, avventurieri in una terra ostile che schivano piogge di frecce tribali e sono sottoposti a fame e malattie.
In una piantagione di gomma di proprietà del barone de Gondoriz (Franco Nero) incontrano il caporale Manley, il quale dice loro che il governo britannico sconsiglia ulteriori esplorazioni.
Per circa 20 minuti, il film ricorda la giungla ostile di Apocalypse Now , ma una guida dice a Fawcett che esiste una antica città ricoperta d'oro che nessun uomo bianco ha mai visto, e attraversando la giungla, Fawcett trova su alcuni alberi dei volti scolpiti e pezzi sofisticati di ceramica tribale, quella civiltà perduta però non è Atlantide o il mito dell'Eldorado.
Forse esiste davvero, dato che questo lo perseguita da anni. Gli darà il nome di “Zeta”, e da quel momento continuerà a cercarla.
Con un breve ritorno in Inghilterra diventerà un esploratore celebre ma vuole tornare indietro, e continuare la sua ricerca.
Con un breve ritorno in Inghilterra diventerà un esploratore celebre ma vuole tornare indietro, e continuare la sua ricerca.
La moglie darà alla luce il secondo figlio e in una biblioteca scoprirà un antico testo spagnolo che racconta di una città sconosciuta nella giungla. Intanto la guerra al fronte lo blocca per qualche anno.
Il figlio ormai grande convince il padre a ritornare in Amazzonia e il magnate John D. Rockefeller, Jr. insieme a un consorzio di giornali americani finanzieranno una nuova spedizione. La Royal Society cofinanzia la spedizione all'ultimo momento come forma di orgoglio britannico.
Il figlio ormai grande convince il padre a ritornare in Amazzonia e il magnate John D. Rockefeller, Jr. insieme a un consorzio di giornali americani finanzieranno una nuova spedizione. La Royal Society cofinanzia la spedizione all'ultimo momento come forma di orgoglio britannico.
Prima della partenza, Fawcett fa vedere una bussola a Sir John Scott Keltie (Clive Francis), membro della Royal con la promessa che se troverà la città perduta gli manderà la bussola indietro come conferma.
The Lost City of Z è la storia di un'ossessione e avventura esistenziale, eppure Fawcett, interpretato da Charlie Hunnam (King Arthur) è un personaggio guidato solo da forti ispirazioni insieme ai suoi ideali.
Hunnam che indossa un paio di baffi sempre in primo piano, mostra un certo moralismo e un carattere scontroso e interrogativo. Girato con eleganza di immagini virate al marrone-seppia e meticolose, la sua popolarità presso il pubblico può risultare limitata, nonostante coinvolga alla ricerca dell'assoluto nel fervore di Fawcett per connettersi con il suo sogno.
Nel discorso che farà davanti ai membri della Royal Geographical Society, di cui diventerà membro, parla dei suoi manufatti trovati, suggerendo che nell'immagine di una primitiva civiltà amazzonica ne è esistita un altra che ha preceduto quella europea, per questa ipotesi verrà deriso dagli ottusi parrucconi, fermi nella loro idea che i nativi americani non sarebbero mai stati in grado di civilizzarsi.
Le scene nella giungla vengono bilanciate con quelle familiari fra la moglie Nina (Sienna Miller) una femminista moderna che se pure appoggerà le sue idee, il marito sconsiglierà di portarla con lui nel secondo viaggio.
Essendo una storia vera ma con un finale enigmatico - poiché Fawcett e gli altri non vennero mai trovati - il regista cerca a suo modo di dare una risposta immaginando gli avvenimenti in seguito, dando una certa efficacia al film, che culmina con un destino poetico.
Il film mantiene ambiguo il destino finale di Fawcett, lasciando all'immaginazione del pubblico il compito di decidere cosa è successo a Fawcett e al suo compagno e figlio maggiore Jack.
Il più grande cambiamento che il film apporta alla vera storia di Percy Fawcett è di ridurre le sue otto spedizioni in Amazzonia a sole tre. Inoltre, l'ultimo viaggio di Percy è stato descritto solo come lui e Jack, il che ripaga il conflitto padre-figlio del film in cui Jack accusa Percy di aver abbandonato la famiglia mentre esplorava la giungla e combatteva nella Grande Guerra.
In realtà, c'era una terza persona che si unì ai Fawcett: Raleigh Rimmell, che era l'amico di Jack. (personaggio che viene citato anche nei videogiochi della serie Lara Croft).
Tutti e tre scomparvero nella giungla nel 1925 e non si seppe più nulla.
Nel 1927, Fawcett venne ufficialmente dichiarato disperso, provocando un'ondata di spedizioni alla sua ricerca, ma a differenza di altri esploratori perduti, aveva tenuto segreto il suo percorso pianificato, rendendo quasi impossibile per chiunque di tornare sui suoi passi.
In parte temeva che altri esploratori potessero scoprire la Città di Z prima di lui, in parte pensava che qualsiasi tentativo di salvarlo sarebbe stato fatale per altri.
Come Fawcett confidò al figlio più giovane prima della sua partenza: "Se con tutta la mia esperienza non saremo in grado di trovarla, non ci sarà molta speranza per gli altri."
Solo molti anni dopo l'antropologo Michael Heckenberger scoprì un insediamento a Kuhikugu che poteva ospitare almeno 50.000 abitanti, con resti di palizzate, utensili e villaggi sotto un fitto fogliame, certo non era l'Eldorado, ma è probabile che i conquistatori spagnoli furono gli ultimi a vedere questa città e gli indigeni caddero sotto le malattie portate dagli esploratori europei nel 16° secolo.
VEDI ANCHE
Charlie Hunnam è il galeotto Papillon nel film omonimo
Civiltà perduta - Trailer italiano
Civiltà perduta
(The Lost City of Z)
prod. USA, IRLANDA - 2016
CAST
Regia: James Gray
Attori: Charlie Hunnam - Percy Fawcett, Robert Pattinson - Henry Costin, Sienna Miller - Nina Fawcett, Tom Holland (II) - Jack Fawcett, Angus Macfadyen - James Murray, Edward Ashley - Arthur Manley, Clive Francis - Sir John Scott Keltie, Ian McDiarmid - Sir Georgie Goldie, Franco Nero - Barone De Gondoriz,
Durata : 140'
Tratto dal libro "Z. La città perduta" di David Grann (ed. Corbaccio)
Distribuzione : EAGLE PICTURES/LEONE FILM GROUP (2017)
Data uscita Italia: 22 giugno 2017