Una storia vera di un grande atleta nel film di Stephen Hopkins
Nel 1936 Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino fu il primo atleta americano a vincere quattro medaglie d’oro in una sola edizione e per molto tempo negli annali dello sport rimase l'uomo più veloce del mondo. Il film Race – Il colore della vittoria racconta la storia di questo eroe scomodo che lottando contro i pregiudizi razziali divenne un icona dell'atletica leggera.
Nel 1936 Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino fu il primo atleta americano a vincere quattro medaglie d’oro in una sola edizione e per molto tempo negli annali dello sport rimase l'uomo più veloce del mondo. Il film Race – Il colore della vittoria racconta la storia di questo eroe scomodo che lottando contro i pregiudizi razziali divenne un icona dell'atletica leggera.
Race di Stephen Hopkins, raccoglie gli anni più vitali dell’atleta: l’arrivo all’Ohio State University a 19 anni, fra le tensioni razziali di una nazione reduce dalla Grande Depressione ai successi internazionali delle Olimpiadi di Berlino. Come regola (pare) di gran parte dei biopic odierni, il film tralascia il prima e il dopo della vita del personaggio concentrando l'attenzione sugli anni 1934-1936 dove l’uomo da giovane inesperto si trasformerà in campione mondiale.
In un mondo che si avviava verso il baratro storicamente, la partecipazione degli Usa ai Giochi Olimpici rischiava di saltare insieme ad altre nazioni che si ritirarono in quell’epoca. Questo era il clima in cui Owens si sviluppava come atleta non senza un impatto emotivo e psicologico coinvolgente. La sua vita venne direttamente influenzata dalla questione se gli Stati Uniti dovevano o meno boicottare le Olimpiadi di Berlino come segno di protesta contro la persecuzione degli Ebrei e degli altri gruppi etnici praticata dal regime di Hitler.
Race comunque ci dà alcuni frammenti del suo inizio difficile senza troppa introspezione fra il complesso rapporto con il padre e nelle vicende sentimentali della sua ragazza cercando poi disperatamente di riconquistarla. Il film inizia in una baraccopoli a Cleveland, dove la famiglia arriva dall' Alabama, Owens che già corre per gioco nelle strade dei bassifondi è intenzionato a fare le valigie verso il college in Ohio dove il coach Larry Snyder (Jason Sudeikis) lo noterà per le sue abilità. Nel 1932 la sua fidanzata Ruth Solomon (Shanice Banton) gli darà una figlia fuori dal matrimonio e il flirt con un'altra donna manderà quasi in frantumi la loro relazione.
Gran parte del film si concentrerà sullo sport e la politica delle Olimpiadi durante il periodo di ascesa di Hitler. L'atleta si troverà nel mezzo di una lotta tra Jeremiah Mahoney (William Hurt), presidente della Amateur Athletic Union, che vuole boicottare i Giochi e Avery Brundage (Jeremy Irons), un industriale presuntuoso che invece sostiene la partecipazione americana. Brundage cercherà di negoziare la partecipazione americana con Goebbels per consentire una limitazione di alcuni atleti ebrei. Owens messo sotto pressione da entrambi i lati, si troverà indeciso se andare o no, mentre i rappresentanti della NAACP associazioni per i diritti civili, lo supplicheranno di boicottare i Giochi.
Si tratterà di una scelta difficile perché Owens ha a cuore la sua perfezione atletica. Stephan James l'interprete di Owens presenta il difficile compito di umanizzare questo personaggio iconico impersonandolo con pregi e difetti, intenzionato a conquistare le medaglie con una sorta di forza interiore sovrumana.
Allo stadio di Berlino il regista da' il meglio mettendo in evidenza un uomo motivato che si eleva dalle voci che gli urlano contro. Owens ebbe un rapporto molto complicato contro i pregiudizi razziali, occorrerà aspettare gli anni '60 con Cassius Clay affinché un campione sportivo di colore diventi il beniamino del pubblico, il film di Stephen Hopkins cerca una linea morbida rappresentando un personaggio, nei suoi momenti privati, sospeso fra dubbio e rabbia tralasciando gran parte delle sue idee su questo.
Tutti gli occhi del mondo saranno su di lui, merito anche delle riprese della regista del regime tedesco Leni Riefenstahl (Carice van Houten, Intruders) che si aggirerà per lo stadio documentando l'avvenimento. Hitler volle fortemente questi giochi consigliato da Goebbels facendo costruire per l’occasione l’ Olympiastadion in stile greco-romano che poteva contenere oltre 100.000 posti. Questa edizione dei Giochi venne anche ripresa da telecamere televisive che trasmisero l’avvenimento in diretta ai pochi possessori che avevano una tv. Secondo alcuni osservatori il discorso di Hitler teletrasmesso durante la cerimonia di apertura riuscì a superare l'orbita terrestre viaggiando nello spazio, citazione che vediamo nel film Contact di Robert Zemeckis.
La politica dietro questi giochi contribuisce a rendere Race più appassionante, dove tutti hanno un ruolo, facendo notare quanto sia stata alta la posta in gioco per tutta la macchina propagandistica tedesca. Nel momento forse più drammatico della storia Carl "Luz" Long (David Kross), lo sfidante tedesco di Owens per il salto in lungo, farà amicizia con l'americano, dandogli anche dei consigli, evidenziando il suo disgusto sull'ideologia nazista, una scena notevole di questo momento che è realmente accaduta. Luz morirà nel 1943 per le ferite riportate in combattimento.
Tutti gli occhi del mondo saranno su di lui, merito anche delle riprese della regista del regime tedesco Leni Riefenstahl (Carice van Houten, Intruders) che si aggirerà per lo stadio documentando l'avvenimento. Hitler volle fortemente questi giochi consigliato da Goebbels facendo costruire per l’occasione l’ Olympiastadion in stile greco-romano che poteva contenere oltre 100.000 posti. Questa edizione dei Giochi venne anche ripresa da telecamere televisive che trasmisero l’avvenimento in diretta ai pochi possessori che avevano una tv. Secondo alcuni osservatori il discorso di Hitler teletrasmesso durante la cerimonia di apertura riuscì a superare l'orbita terrestre viaggiando nello spazio, citazione che vediamo nel film Contact di Robert Zemeckis.
La politica dietro questi giochi contribuisce a rendere Race più appassionante, dove tutti hanno un ruolo, facendo notare quanto sia stata alta la posta in gioco per tutta la macchina propagandistica tedesca. Nel momento forse più drammatico della storia Carl "Luz" Long (David Kross), lo sfidante tedesco di Owens per il salto in lungo, farà amicizia con l'americano, dandogli anche dei consigli, evidenziando il suo disgusto sull'ideologia nazista, una scena notevole di questo momento che è realmente accaduta. Luz morirà nel 1943 per le ferite riportate in combattimento.
Probabilmente le scene migliori sono quelli della vittoria, quando i gerarchi nazisti paiono umiliati e Hitler lascia bruscamente lo stadio dopo che Owens conquisterà una delle sue medaglie. Ognuna delle sue quattro vittorie lascerà Joseph Goebbels (Barnaby Metschurat), il ministro nazista della cultura e della propaganda sempre più cupo e mortificato.
Per saperne di più
Umberto Tulli
BREVE STORIA DELLE OLIMPIADI
Carocci editore 2012
Nella sua biografia Owens scrive che ricevette un saluto da parte di Hitler prima di lasciare lo stadio, cosa che invece in patria non fece Roosevelt il quale si rifiutò sempre di riceverlo alla Casa Bianca, temendo polemiche sui pregiudizi legati al colore della sua pelle, in un periodo di rielezione. Nel film vedremo Owens al suo ritorno negli Stati Uniti partecipare a una manifestazione all'Hotel Waldorf Astoria, nonostante la notorietà verrà fatto entrare da un ingresso secondario e guidato verso un ascensore di servizio, lontano da quello usato dai bianchi.
Race è un discutibile film biografico, magari con qualche imprecisione storica, senza eccessi, sui momenti gloriosi di un grande atleta che riuscì a screditare pubblicamente, di fronte a milioni di persone, gli ideali nazisti sulla superiorità ariana, ma allo stesso tempo un personaggio ingombrante in un paese che all'epoca non gli dette credito abbastanza facilmente, coinvolto nelle segregazioni razziali.
In un intervista disse: «Dopo tutte queste polemiche su Hitler e il suo sgarbo, tornato nel mio paese non potevo sedermi nella parte anteriore degli autobus, costretto a salire dalla parte posteriore. Non potevo stare dove volevo. Allora qual'era la differenza?»
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Race - Il colore della vittoria
(Race)
FRANCIA, GERMANIA, CANADA - 2016
Regia: Stephen Hopkins
Attori: Stephan James - Jesse Owens, Jason Sudeikis - Larry Snyder, Jeremy Irons - Avery Brundage, Carice van Houten - Leni Riefenstahl, William Hurt - Jeremiah Mahoney, Eli Goree - Dave Albritton, Tony Curran - Lawson Robertson, Shanice Banton - Ruth Solomon, Amanda Crew - Peggy, David Kross - Carl 'Luz' Long, Barnaby Metschurat - Joseph Goebbels, Jesse Bostick - Ken Seitz, Shamier Anderson - Eulace Peacock, Vlasta Vrana - St-John.
Sceneggiatura: Joe Shrapnel, Anna Waterhouse
Fotografia: Peter Levy
Musiche: Rachel Portman
Distribuzione
EAGLE PICTURES
Data uscita al cinema 31 marzo 2016