Jack-in-the-Box il film e la storia vera del clown che esce dalla scatola maledetta
Quando a un museo viene donato un Jack-In-The-Box vintage, non passerà molto tempo prima che Casey un membro dello staff, inizi a pensare che la spaventosa bambola clown al suo interno abbia una vita propria. Mentre alcune persone vicine stanno morendo, uno per uno, e nessuno gli crede, Casey si rende conto che toccherà a lui trovare un modo per porre fine all'incubo o diventare un'altra vittima della maledizione della scatola.
Nell'horror inglese Jack-In-The-Box semina terrore ancora un pagliaccio assassino, questa volta però ispirato alla storia vera di un oggetto che nel corso dei secoli ha avuto varie ramificazioni di cui ne parlo più avanti.
La trama si apre con un prologo che vede Norman, un uomo di mezza età, su un campo alla ricerca di manufatti con un metal detector. Questo scopre una scatola di ottone sepolta e la porta a casa. La moglie ne rimane incantata ma sarà anche una vittima poiché mentre il marito si allontana, dalla scatola esce il clown Jack con un sorriso malvagio e la trascina dentro la scatola.
Dodici anni dopo vediamo il giovane Casey (Ethan Taylor) che viene assunto nel piccolo museo di Hawthorne. Farà conoscenza della giovane collega Lisa (Lucy-Jane Quinlan) la quale gli spiega cosa fare. Lui ha qualche problema del passato: si tormenta perché non è riuscito a salvare la fidanzata da un assassino. Lisa invece è una ragazza alla giornata, non fa progetti per il futuro e in fondo non gli piace lavorare per il museo quasi sempre vuoto, ma lo fa solo perché la paga è buona.
Mentre si trovano a smistare degli oggetti vintage donati dalle persone del luogo, Casey trova il Jack-In-The-Box, la scatola maledetta, (ma ancora lui non lo sa) è affascinato dalla roba vintage quindi questo manufatto con degli strani segni incisi lo colpisce e tenta di aprirlo girando una combinazione di lettere, commettendo l'errore di far suonare la scatola e far uscire un piccolo e inquietante pupazzo a forma di pagliaccio.
Quando la notte un paio di ladri si intrufolano nel museo, vedono l'oggetto luccicante e tentano di rubarlo, ma invece del pupazzo dalla scatola esce un clown diabolico che li uccide e li trascina dentro la scatola.
Un esperto d'arte viene chiamato ad esaminare la scatola e farla valutare, ma fornisce anche indicazioni su alcuni "scopi oscuri" sul quale veniva usata la scatola in passato, dove si dice venne intrappolato un demone che ha bisogno di nutrirsi con sei vittime per poi tornare nella sua scatola.
Casey incomincia a sospettare che qualcosa di sinistro sta accadendo, specie dopo la scomparsa di una donna delle pulizie al museo e di una visitatrice. Ma nessuno naturalmente gli crede e quando chiede all'ispettore di polizia se gli è mai capitato un caso dai risvolti soprannaturali, questo lo guarda perplesso e dice che tutti i sospettati hanno inventato storie assurde del genere.
Il giovane continua la sua ricerca e trova su internet un esperto dell'occulto il quale gli spiega delle sei vittime e che lui non può venir ucciso perché in una sorta di patto ha aiutato il demone a uscire dalla scatola. C'è la possibilità di riportare il demone nella scatola prima di uccidere la sesta vittima che dovrebbe essere la collega Lisa, ma di lui non deve rimanere alcun oggetto o pezzo del suo corpo in giro mentre la scatola si chiude.
Il film ha una buona idea con la scatola maledetta che potrebbe rientrare in uno spin off della serie Conjuring, e anche una certa tensione, ma il diabolico Jack uccide presto quattro persone nel giro di un ora, non si sa dove vanno a finire dopo che le ha infilate nella scatola tridimensionale, stranamente non lascia tracce di sangue dopo averle sgozzate, eccetto la penultima vittima di cui ne rimane solo un piede insanguinato.
La storia nel complesso appare (forse volutamente) irreale e fiabesca, e tutto ruota sul fatto che sia Norman in precedenza che Casey non essendo creduti dalla polizia sono sospettati degli omicidi e imprigionati, lasciando lo spettatore con una certa freddezza sul finale, rimandandoci forse su un possibile sequel Jack in the Box 2 già preannunciato per il 2021.
Jack-In-The-Box: la storia vera
Bisogna scriverlo con i trattini altrimenti nella ricerca viene fuori una catena di ristoranti che negli anni '50 si sono ispirati proprio al giocattolo con il clown che esce dalla scatola.
Jack-in-the-box è un giocattolo per bambini che consiste di una scatola con una manovella. Quando si gira la manovella, il meccanismo del carillon nel giocattolo riproduce una melodia. Dopo che la manovella è stata girata alcune volte, c'è una " sorpresa ": il coperchio si apre e una figura, di solito un pagliaccio o un giullare, spunta fuori dal scatola. A prima vista appare un giocattolo per bambini innocuo e divertente, Jack era chiaramente destinato a esserlo, ma non tutti lo trovano divertente.
La paura dei clown ultimamente è diventata una condizione abbastanza diffusa tanto da far sì che qualcuno ne abbia coniato un nome: coulrofobia o anche pediofobia. Se la parola però è abbastanza recente il "Jack nella scatola" esisteva da secoli prima che qualcuno pensasse di mettere pupazzi a molla all'interno delle scatole.
All'inizio del 1500, il primo Jack-in-the-box venne realizzato da un orologiaio tedesco noto come Claus. Questi costruì una scatola di legno, con bordi in metallo e una maniglia che dopo averla girata avrebbe fatto apparire un diavolo di cartone chiamato "Jack".
Venne costruito come regalo per il quinto compleanno di un principe locale. Dopo aver visto questo giocattolo, altri nobili richiesero il loro "Devils-in-a-box" per i loro figli. In origine, il Jack-in-the-box era realizzato in legno, successivamente il giocattolo poteva essere costruito con cartone stampato.
Intorno agli anni '30, il Jack-in-the-box divenne un giocattolo a carica di latta. Poi le scatole di latta iniziarono a essere ricoperte da immagini di filastrocche per bambini con melodie corrispondenti. Nel corso degli anni, il giocattolo si è evoluto con personaggi diversi dal clown, come Winnie the Pooh, i tre porcellini, gattini, cani, Babbo Natale e così via.
Un Jack in the Box del 1800
Ma la più curiosa è quella secondo cui l'espressione derivi dalla storia di Sir John Schorne, un celebre devoto cristiano del XII secolo che era ritenuto dal popolo di Norfolk di avere poteri curativi. Si diceva che avesse catturato il diavolo e lo tenesse prigioniero nel suo stivale. Diverse vetrate di chiese inglesi contengono ancora immagini di Schorne con il Diavolo che fa capolino da uno stivale. Questa è stata (molto più tardi) l'origine del nome del giocattolo Jack-in-the-box .
Gli ideatori del XVIII secolo del giocattolo per bambini avevano bisogno di un nome per questa figura in una scatola che all'improvviso balza fuori spaventando le persone. Allora adottarono l'espressione esistente "Jack-in-the-box" usata per la prima volta nel testo del 1702 Infernal Wanderer "alzandosi all'improvviso come Jack-in-the-box". Quindi, Jack-in-the-box era una sorta di insulto religioso, poi ci fu un truffatore di scatole, infine venne collegato al diavolo.
Anche i bambini non coulrofobici potrebbero diffidare di Jack. Potrebbe non essere stato reale, ma come spauracchio aveva alcune credenziali impressionanti.
JACK IN THE BOX - trailer
Jack in the Box
(The Jack in the Box)
GB 2019
Regia: Lawrence Fowler
cast: Robert Nairne, Ethan Taylor, Lucy-Jane Quinlan, Darrie Gardner, Philip Ridout
Durata: 57 min
Distribuzione: Adler
Uscita: 17 settembre 2020