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martedì 27 luglio 2021

Possession - L'appartamento del diavolo (2020). Storia vera dell'horror spagnolo soprannaturale

Il film si ispira alla vera storia di una casa infestata nella Madrid degli anni '70

Alla fine degli anni '70, in una Spagna nel bel mezzo della transizione, la famiglia Olmedo si trasferisce dalla campagna alla città in cerca di una certa prosperità che la capitale sembra offrire. La giovane Amparo (Begoña Vargas) e il resto della sua famiglia si stabiliscono in un vecchio appartamento al numero 32 di via Manuela Malasaña a Madrid. Ma c'è qualcosa che nessuno di loro sa: la vecchia casa che hanno comprato ha più ombre che luci, e pare che non siano soli. Qualcosa che non conoscono metterà in pericolo le loro vite e dovranno difendersi.

possession


Il film spagnolo Possession - L'appartamento del diavolo (Malasaña 32) si inserisce nel genere horror soprannaturale, ispirandosi ad alcuni casi reali avvenuti nel quartiere Malasaña di Madrid. 

In termini di trama si può dire che segua le orme di altre opere che si basano su famiglie che si trasferiscono in case infestate in stile Amityville o The Conjuring, qui però oltre al soprannaturale vediamo la condizione sociale dei personaggi e una certa discriminazione alla base della storia.  

La storia è incentrata intorno all'anno 1976, quando Manolo e Candela intraprendono una nuova vita in cerca di fortuna in un periodo difficile per il paese nel mezzo della transizione politico economica spagnola. 

All'inizio c'è una breve introduzione nel 1972 con dei ragazzi che giocano sulle scale con una biglia, questa si infila nell'appartamento dove ci vive quella che sembra essere una vecchia signora. Qui i ragazzi faranno una raccapricciante scoperta.  

Insieme ai loro tre figli e al nonno malato Fermín, la famiglia Olmedo decide di trasferirsi in un appartamento nel quartiere Malasaña a Madrid, e già il nome dice tutto. Quello che la famiglia non si aspetta è che non saranno soli nella strana casa che hanno comprato. 

Ben presto si renderanno conto che una presenza oscura vive lì dentro e renderà la loro vita un vero e proprio incubo.


Il film racchiude il terrore classico attraverso silenzi e rumori quasi impercettibili, come una sedia a dondolo che cigola solitaria, lo stendibiancheria che scorre da solo nel patio interno, portando strani messaggi su fogli di carta; porte e finestre che si aprono e chiudono, oppure attraverso alcuni specchi e vetri, nei quali immaginiamo che qualcosa di malvagio finirà per riflettersi. Nonostante la prevedibilità di questi elementi di terrore, il film riesce a creare tensione e tenerti al limite dell'ansia.

Nel cinema spagnolo contemporaneo l'orrore delle case infestate non si manifesta in oscure brughiere e isolate magioni, come nel mondo anglosassone, ma come già aveva anticipato l'altro film spagnolo Voces (2020) oppure Veronica (2017) - entrambi disponibili su Netflix - si manifesta nella realtà di tutti i giorni delle grandi città, con le sue paure quotidiane, i suoi fantasmi di quartiere e il suo terrore sociale di un mondo in evoluzione dopo anni di oppressione. 

I luoghi comuni nella storia horror sono tanti: la biglia che rotola sul pavimento, il bambino che comunica da una dimensione parallela con una qualche entità, la televisione che si accende da sola e appare uno strano pupazzo, un telefono col filo staccato che squilla e la sparizione inspiegabile di un bambino. 

I mezzo a tanti luoghi comuni si aprono anche altre prospettive legate alla scenografia, ai costumi e ai dettagli sociali: il trasferimento dalla campagna alla città, i grandi magazzini Galerías Preciados, dove trova lavoro come commessa Candela, l'abitudine dell'epoca di far addormentare i bambini piccoli con i nonni mezzi malati. 

C'è anche la situazione precaria della famiglia che per pagare il mutuo non si può permettere di saltare un giorno di lavoro nel cercare il loro bimbo scomparso, arrivando a una mezz'ora finale dove tutta la famiglia viene coinvolta dall'entità aiutati da una medium. 

Il film è uscito in Spagna nel gennaio 2020. 


La storia vera

Bisogna fare delle distinzioni. L'edificio ripreso in esterno nel film è il Palacio Montano, situato al n. 3 della Calle San Bernardino, questo perché il nr 32 di Calle Malasaña non esiste, arriva fino al 30. 

È qui che si trova il sinistro portone e la scala attraverso cui la famiglia del film accede alla loro nuova casa, il tre B, dove avvengono gli strani fenomeni, insieme al cortile interno con uno stendibiancheria molto speciale. 

Nella realtà il sito in cui si trova l'edificio ospitava dal 1853 la fabbrica di pianoforti Vicente Montano, che cessò negli anni '30, una delle poche ditte che producevano questi strumenti musicali nella capitale. Furono i suoi figli, a inizio '900, a riformare la zona e a darle l'aspetto di un edificio ottocentesco, per continuare a ospitare la fabbrica ma anche diversi piani di appartamenti e una spettacolare sala di audizioni per i reali. 

Né l'area della fabbrica, né la sala compaiono nel film, che concentra l'azione solo nella zona abitativa situata al terzo piano.

Nel film sono visibili anche le lettere M sulla facciata, che potrebbero richiamare il nome del quartiere ma che facevano riferimento al cognome della famiglia di costruttori, i Montano. 

La storia raccapricciante che racconta il film non ha molto a che vedere con quanto accaduto in questo edificio, ma nel racconto reale in questo luogo è coinvolta una donna più anziana e gli oscuri movimenti finanziari intorno a lei. 

Nel corso del tempo nell'edificio, dopo la guerra civile, vi fu installata  una biblioteca, poi un istituto per l'educazione professionale delle donne. Anni prima si era verificato un evento chiave per il futuro dell'edificio: l'erede della famiglia, María Jesús Moreno, era stata ricoverata affetta da demenza in un centro supervisionato dalla Fondazione Afal, sotto la tutela di detta fondazione, la sua volontà venne cambiata per donare i suoi beni a un altra fondazione e l'edificio venne venduto dalla Afal in strane circostanze a un altra società.

La Fondazione Afal venne accusata di aver modificato il testamento per la donazione dei propri beni  come avrebbe fatto con altre persone anziane anch'esse tutelate. Il caso venne reso pubblico nel 2014.


La Casa Maldita

In quanto ai presunti eventi reali ispirati dal film bisogna spostarsi di qualche centinaio di metri in Calle de Antonio Grilo qui c'è la "Casa Maldita", la casa maledetta, del quartiere, dove ci sono stati almeno otto omicidi dal 1945. 

Quell'anno alcuni ladri assassinarono un camiciaio, più avanti un sarto uccise sua moglie e cinque figli, prima di suicidarsi; nel 1964 una donna strangolò il suo bambino, che fu trovato nel cassetto di un armadio. 

Il caso più terribile che scandalizzò la società madrilena negli anni Sessanta, fu il crimine multiplo dell' appartamento 3a D. Il 1 maggio 1962 il padre della famiglia che viveva lì, uccise i suoi cinque figli e sua moglie prima di spararsi. 

L'uomo, di professione sarto raccontò di aver sentito delle voci che lo portarono poi all'atroce delitto. Le armi erano un martello e un coltello e, come se non bastasse, mostrò i cadaveri sul balcone urlando che li aveva uccisi, prima di togliersi la vita. Dopo questo, il numero 3 di Calle Antonio Grilo si era già guadagnato, di gran lunga, il soprannome di "Casa Maldita". 

Nonostante siano trascorsi diversi decenni senza crimini, la leggenda macabra della proprietà si è diffusa in giro, tanto che l'agenzia immobiliare incaricata di vendere l'appartamento non riuscì nel suo intento. Gli agenti immobiliari hanno poi pensato di pubblicizzare l'appartamento in un modo diverso: offrendolo a chi fosse interessato alla scena del crimine.

La casa del numero 3 non è l'unico punto macabro di Antonio Grilo. Al numero 9, in alcuni sotterranei ormai in disuso dell'edificio, vennero trovati un gran numero di feti umani, almeno un centinaio. Questo particolare museo degli orrori ha un'origine causata da una Spagna del dopoguerra piegata dalla fame e sofferenza. Secondo quanto riferito, gli aborti venivano eseguiti clandestinamente nel sito durante quegli anni difficili.

Ma l'elenco dei delitti su Calle Antonio Grilo era iniziato molto tempo prima del '45, quando la strada era conosciuta come Calle de las Beatas. Fu nel 1776, quando si verificarono gli eventi che la società del momento avrebbe battezzato come i crimini di Calle de las Beatas, dove le vittime furono dei sacerdoti. Ma questa è un altra storia. 

Anche se ci sono altre strade del quartiere che hanno i loro dubbi passati, nessuna incarna il percorso della criminalità nei secoli come Calle de Antonio Grilo.


possession poster

Possession - L'appartamento del diavolo trailer italiano



POSSESSION – L’APPARTAMENTO DEL DIAVOLO

(Malasaña 32)

Spagna 2020

Regia: Albert Pintó

cast: Begoña Vargas, Iván Marcos,Beatriz Segura, Sergio Castellanos, José Luis de Madariaga, Javier Botet, María Ballesteros. 

Uscita al cinema: 28 luglio 2021


GENERE:  HORROR






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